I bambini arcobaleno.
Esteban e Manuel sono bimbi arcobaleno perché hanno unito con la loro nascita la terra e il cielo.
Sono bimbi fortunati, perché consapevoli, anche se cuccioli, di aver ricevuto un dono speciale.
Sono bimbi curiosi, perché sin da piccoli, si perdevano nei racconti della loro storia e di “chi ha abitato la pancia di mamma”.
Sono bimbi che parlano dei loro fratellini di cielo. Lo fanno da sempre e spesso nel lettone partiamo in tre e ci ritroviamo in sei.
E allora, in un lettone così rumoroso, è facile perdersi nei racconti, molte volte immaginati, di una famiglia che “sarebbe stata, cit. Esteban”. Ma non è.
E’ diventata altro. E si è aperta a un mondo finora sconosciuto.
Tredici anni fa non immaginavo esistesse un dolore così immenso da non sentirsi più.
E non conoscevo il suono sordo di mille e più parole ricevute dall’esterno, per riempire un vuoto incolmabile, quanto irreale.
Non immaginavo di “sentire” il mio corpo “incapace” di “trattenere” una vita, di nutrirla e metterla al mondo. E di leggere, nelle cartelle cliniche, donna poliabortiva, sentendo il peso di questa etichetta sul cuore.
E soprattutto non conoscevo i bimbi e le bimbe arcobaleno. Non conoscevo la potenza dei loro sorrisi, il loro sguardo che va oltre e scruta l’anima; che sa accogliere anche il dolore della perdita e che sorride a un altrove che a volte sembra così lontano. E non immaginavo il loro immenso cuore, uno spazio così grande che raccoglie anche le tempeste passate e le cicatrici.
I miei bimbi arcobaleno accolgono ricordi e ricordano i nomi di tanti piccoli cuccioli e cucciole nat* in silenzio che la loro mamma ha incontrato. Conoscono i nomi delle mamme e i papà di cielo e hanno deciso che sono genitori davvero speciali.
E spesso fanno domande.
Perché i bimbi arcobaleno non rimpiazzano chi non c’è, ma sono un dono che profuma di cielo.
Cecilia Gioia